Nel 2015, Volkswagen è stata al centro di uno dei più grandi scandali della storia automobilistica, noto come Dieselgate, che ha messo in discussione non solo la reputazione dell’azienda, ma anche il suo stile di leadership. Sotto la direzione di Martin Winterkorn, l’azienda ha conosciuto un periodo di crescita, ma il suo approccio autoritario ha sollevato interrogativi sull’etica aziendale. Un nuovo studio condotto da Garrett Brady e Niro Sivanathan, professore di comportamento organizzativo alla London Business School, esplora il legame tra stili di leadership dominanti e comportamenti non etici sul posto di lavoro. Questo articolo si propone di analizzare come la leadership possa influenzare le scelte morali dei dipendenti e quali misure le organizzazioni possono adottare per promuovere un ambiente di lavoro etico e responsabile.
Il Caso Dieselgate: Conseguenze e Impatti sul Settore Automobilistico
Nel 2015, Volkswagen è stata al centro di uno dei più grandi scandali della storia automobilistica, noto come Dieselgate. Un’indagine condotta dalla US Environmental Protection Agency ha rivelato che il produttore tedesco aveva installato software sui suoi veicoli diesel per ingannare i test sulle emissioni. Questo scandalo ha avuto conseguenze devastanti, costando all’azienda oltre 33 miliardi di dollari in multe e danni, e ha portato alle dimissioni del CEO Martin Winterkorn. Sotto la guida di Winterkorn, Volkswagen aveva prosperato, con anni consecutivi di crescita che avevano visto raddoppiare la quota di mercato dell’azienda. Tuttavia, il suo stile di leadership autoritario e dominante ha sollevato preoccupazioni.
Hanno scoperto una chiara relazione tra lo stile di leadership e il comportamento dei dipendenti: lavorare sotto un leader dominante ha portato a un aumento dei comportamenti non etici. In un esperimento di laboratorio, i partecipanti hanno lavorato per una compagnia fittizia e hanno visto un video di un “capo” con uno stile di leadership dominante. Anche se il capo non ha mai detto nulla di non etico, i subordinati hanno comunque fatto inferenze morali e agito contro l’interesse dell’organizzazione per il proprio guadagno. Questo dimostra che la percezione di un leader può influenzare profondamente le scelte e i comportamenti dei dipendenti. Brady e Sivanathan avvertono che, sebbene i leader dominanti possano portare chiarezza e controllo, è fondamentale che le organizzazioni siano consapevoli delle conseguenze psicologiche e comportamentali non intenzionali di tali stili di leadership. Le organizzazioni dovrebbero rafforzare i valori e gli standard etici, comunicando chiaramente che i comportamenti non etici non saranno tollerati. Inoltre, i leader devono riflettere sul loro stile di leadership e considerare se esso genera distanza o paura tra i dipendenti. Se la risposta è affermativa, potrebbe essere il momento di riconsiderare la definizione di leadership di successo.
Leadership Dominante e Comportamenti Non Etici: Un Legame da Esplorare
La leadership dominante, come quella esercitata da Martin Winterkorn, può avere effetti deleteri sul comportamento etico dei dipendenti. I leader stabiliscono il tono e lo standard su ciò che è permesso e appropriato nell’ambiente lavorativo. Quando i leader sono autoritari e aggressivi, i loro subordinati possono sentirsi più inclini a mentire, imbrogliare o commettere frodi. Questo può essere un effetto collaterale non intenzionale di uno stile di leadership dominante, dove l’intimidazione e il controllo portano i dipendenti a percepire che comportamenti non etici siano normativi e accettabili. I ricercatori Garrett Brady e Niro Sivanathan hanno condotto esperimenti e sondaggi che hanno rivelato una chiara relazione tra lo stile di leadership e il comportamento dei dipendenti. Lavorare sotto un leader dominante ha portato a un aumento dei comportamenti non etici. Anche in un esperimento di laboratorio, dove i partecipanti hanno visto un video di un capo con uno stile di leadership dominante, si è osservato che, nonostante il capo non avesse mai detto nulla di non etico, i subordinati hanno fatto inferenze morali e agito contro l’interesse dell’organizzazione per il proprio guadagno. Questo dimostra che la percezione di un leader può influenzare profondamente le scelte e i comportamenti dei dipendenti. Brady e Sivanathan avvertono che, sebbene i leader dominanti possano portare chiarezza e controllo, è fondamentale che le organizzazioni siano consapevoli delle conseguenze psicologiche e comportamentali non intenzionali di tali stili di leadership.